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THE CLIMATE PLEDGE, L’ACCORDO PER SALVARE IL MONDO

THE CLIMATE PLEDGE, L’ACCORDO PER SALVARE IL MONDO

In questi giorni sta andando in onda, in una versione più ampliata, una pubblicità già trasmessa quest’estate in cui bambini e ragazzi chiedono interventi contro il cambiamento climatico e viene presentato The Climate Pledge, un patto volto a questo obiettivo e sorprendentemente attuale dati i temi del recente G20 a Roma. Probabilmente qualcuno sarà interessato a saperne di più, per cui ne parleremo in modo approfondito.


Consiste in un trattato tra aziende, nato nel settembre 2019 da un’idea del fondatore di Amazon Jeff Bezos e dell’associazione Global Optimism, che si impegna ad eliminare le emissioni di CO2, principali responsabili del riscaldamento globale, entro il 2040, anticipando gli Accordi di Parigi stipulati nel 2015 (i quali invece hanno fissato lo scopo entro il 2050) e di dimezzarle entro il 2030. Tra i firmatari, più di 200 in due anni, sono presenti, oltre alla stessa Amazon, anche società come Nespresso, Philips, Uber e Microsoft. Essi sono impiegati in vari settori, dall’alimentazione ai trasporti.

Per raggiungere questo ambizioso traguardo sono state concordate tre strategie da seguire:

· Monitorare e riportare costantemente le emissioni prodotte;

· Eliminarne il più possibile con strategie come l’uso di energia rinnovabile o di veicoli elettrici;

· Compensare quelle che non si possono evitare, per esempio piantando alberi.

Inoltre sono state coinvolte in funzione di partner varie organizzazioni con le stesse finalità (come The Nature Conservancy o We Mean Business) ed è stato istituito un fondo da 2 miliardi di dollari, il Climate Pledge Fund, per sostenere aziende di diverso tipo che possono aiutare ad accelerare la transizione ecologica.

Tra gli investimenti più recenti degli 11 finora finanziati, per esempio, compaiono quelli rivolti a tre imprese: Resilient Power, sviluppatrice di tecnologie per velocizzare la ricarica di mezzi a elettrici; CMC Machinery, che sta progettando soluzioni per ridurre gli imballaggi impiegati nella consegna di merci ed eliminare la plastica monouso; ed Infinium, impegnata nella creazione di combustibili rinnovabili, derivanti dall’energia rinnovabile e dall’anidride carbonica di scarto trasformate in idrogeno verde, utile per esempio per i trasporti aerei, altrimenti molto inquinanti.


Andiamo ad analizzare nel dettaglio le azioni che una singola azienda può applicare, scegliendo, a titolo esplicativo, Unilever. Quest’ultima ha creato a sua volta un ulteriore fondo di 1 miliardo di dollari dedicato alla conservazione dell’acqua, alla riforestazione, alla protezione del paesaggio e della fauna, al trattenimento di CO2, alla diffusione di energia pulita e alla creazione di un’agricoltura sostenibile, con un’attenzione rivolta anche verso i paesi più poveri e i loro abitanti, cercando di anticipare gli obiettivi di un anno rispetto ai termini dell’accordo. Inoltre si è impegnata a essere trasparente verso le emissioni prodotte, lavorando anche sull’uso consapevole dei materiali di imballaggio.


Sito ufficiale:

Articolo sulle tre aziende finanziate dal fondo:

Articolo di Unilever (in inglese):



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