Il Giorno del Ringraziamento (Thanksgiving Day in inglese) è una festa osservata negli Stati Uniti d’America (il quarto giovedì di novembre), in Canada (il secondo lunedì di ottobre), in Liberia, a Panama, Grenada e Santa Lucia. La sua celebrazione ha lo scopo di ringraziare Dio per quanto ricevuto durante l’anno trascorso. Tutti pensano che sia una festività esclusivamente statunitense, come il 4 luglio, ma in realtà è più vicina a noi di quanto crediamo e il suo significato è così universale da poter arrivare anche sulle nostre tavole.
Agli inizi del XVII secolo, 102 inglesi fuggirono dalla madrepatria a bordo della nave Mayflower perché accusati di essere calvinisti. A causa del viaggio burrascoso e del rigido inverno, quasi la metà di loro morì. L’anno successivo, nel 1621, per fortuna, i nativi americani diedero una mano ai Padri Pellegrini insegnando loro la pesca, la coltivazione di granoturco e la caccia ai tacchini. In una ventosa giornata di autunno del 1623, dopo aver ricevuto un fruttuoso raccolto, Guglielmo Bradford, Governatore della Colonia di Plymouth, nel Massachusetts, invitò i Pellegrini e le loro famiglie a radunarsi su una collina per ascoltare le parole di ringraziamento del pastore (prete protestante) nei confronti di Dio. Dopo aver svolto il rito, i coloni festeggiarono con una cena molto abbondante e invitarono anche gli indigeni. Le pietanze consumate furono quelle tipiche dell’autunno statunitense: zucca, tacchino, cervo, molluschi, pesce, torte di cereali e frutta secca. Il 29 giugno 1676, però, Edoardo Rawson redasse una proclamazione ufficiale per conto del Governatore della Contea di Charlestown (attuale zona di Boston), che aveva deciso di indire un giorno di ringraziamento per la vittoria contro i nativi americani, l’esatto contrario della ragione che spinse Bradford a celebrare. Successivamente, nel 1789, Giorgio Washington, primo Presidente degli Stati Uniti d’America, dichiarò il Giorno del Ringraziamento festa nazionale, sottolineando l’importanza che aveva avuto come simbolo dell’identità nazionale statunitense durante la guerra d’indipendenza contro il Regno Unito.
Il primo Giorno del Ringraziamento, dipinto di Giovanni Leone Gerone Ferris
Ogni anno, dal 1862 con Abramo Lincoln, durante la festività, che dura quattro giorni, il Presidente tiene un discorso solenne e fa liberare un tacchino graziato come simbolo di libertà, come fece Giovanni Fitzgerald Kennedy nel 1963. Durante il finesettimana le tavole vengono brandite di tacchini arrosto ripieni di carne, riso, erbe e spezie, focacce di granturco, salsa di mirtilli rossi, torte alla zucca e ai cereali, patate dolci, biscotti fatti in casa e purea di patate. Per le strade sfilano numerosi carri a tema allegorico e le famiglie si riuniscono insieme a vicini e persone bisognose.
Tavola tipica del Giorno del Ringraziamento
Nonostante il Giorno del Ringraziamento affondi le sue radici nei territori americani, il suo significato è oggi alla base di numerose altre festività del mondo, come l’Oktoberfest in Germania, e le sue tradizione vengono seguite inconsapevolmente anche da noi italiani. Per esempio tutti quanti a Natale cantiamo Jingle Bells, canzone scritta da Giacomo Lord Perpoint in cui descrive il suo allegro trascorso con un suo amico durante il periodo del Ringraziamento, oppure andiamo tutti a usufruire dei saldi nel Black Friday, il giorno dopo il Thanksgiving (inizio dell’Avvento). Inoltre è un grande messaggio anche quello della condivisione con il prossimo, specialmente con colui che ne ha bisogno o con chi ha usanze diverse dalle nostre.
Insomma - come abbiamo oramai imparato con Halloween - il Giorno del Ringraziamento non è altro che una versione americanizzata e commerciale di una giornata autunnale in cui si ringrazia il proprio punto di riferimento e se stessi per tutto il sacrificio donato durante l’anno trascorso. Non sarebbe fantastico aggiungere un giorno per festeggiare con i tuoi cari, mangiare e ringraziare sul calendario? Auguriamo a tutti un Buon Ringraziamento!
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