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PRIMA PARTE MID NIGHT CLUB

Siamo nel 1995. È in quest’anno che per la prima volta il “Mid Night Club” viene citato all’esterno del Giappone: Jeremy Clarkson, nel girare una puntata del programma “Motorworld” è inviato in Giappone per osservare da vicino le differenti sub-culture automobilistiche che vi stanno spopolando, con particolare attenzione al fenomeno del Drifting (nel video c’è pure un’intervista a Keiichi Tsuchiya, aka Drift King). In un intermezzo però, mentre gira per Tokyo con una esagerata R32, Jeremy, parlando del suo ferro,e del fatto che la R32 è troppo costosa per i drifters, sostiene che è invece “più probabile vederla tra quelli del Mid Night Club” e, nel dire queste parole, viene mostrato un filmato amatoriale, di circa 30 secondi, riprendendo quello che, all’epoca (come anche un po’ oggi) era un fenomeno completamente sconosciuto a chiunque non stesse vivendo dal vivo quelle realtà.Fu quindi così che, per la prima volta, quello che era un fenomeno fino ad allora confinato al Giappone uscì da quella remota isola dando vita ad una serie incredibili di conseguenze, conseguenze che viviamo ancora ora nel moderno “fenomeno JDM”Ma, per parlare meglio del “Mid Night Club” e della sua misteriosa ed affascinante storia, è opportuno fare più di un passo indietro, fino all’inizio degli anni ’80.ミッド ナイト クラブ – la leggenda dei Wangan racers:

Nella metà degli anni 80 lo “street racing” divenne un fenomeno molto diffuso in Giappone, specialmente nella forma di corse clandestine sulle autostrade (come i Kanjo ad Osaka in tempi più recenti ad esempio). In Giappone all’epoca l’acquisto di un certo tipo di auto era un modo abbastanza diffuso per mostrare in giro i propri gusti personali, però poi qualcuno prese la faccenda un po’ troppo sul serio e cominciò anche a modificare la macchina per venire meglio incontro alle proprie esigenze e se – per caso eh – queste esigenze sono superare il muro dei 300 km/h ecco che le modifiche Fu in questo contesto che venne fondato, nel 1987, il Mid Night Club (Middo Naito Kurabu in giappo), un club formato da un gruppetto di street racers che avevano come proprio punto di riferimento la “Wangan-sen” (chiamata anche “Bayshore Route”) cioè il tratto di autostrada lungo 70 km che costeggia il mare appartenente alla rete autostradale “Shuto Expressway” che gira attorno all’area metropolitana di Tokyo. In giapponese, “Shuto Kōsoku dōro Wangan-sen”.Il tratto di strada sul quale questi maledetti Street Racers si sfidavano, correva attraverso il ponte della baia di Yokohama e il ponte di Tsurumu Tsubasa poi giù attraverso i tunnel Kawasaki, Tama e quello sotto l’aeroporto di Haneda poi ancora sotto al tunnel della baia di Tokyo e poi su verso Urayasu, nela prefettura di Chiba. Designata come Strada statale 357, venne costruita per facilitare i collegamenti tra le prefetture di Chiba e di Kanagawa.Fin dalla sua nascita attorno al gruppo c’è stato un alone di mistero e di fascino visto che correva (e vinceva) gare epiche sul filo dei 300km/h ma nessuno sapeva nulla dei piloti alla guida visto che segretezza e disciplina la facevano da padrone all’interno del gruppo. Era una sorta di fight club delle auto. Quelli del Mid Night prendevano la cosa molto sul serio e la cosa rimase – e ahimè divenne – seria fino alla fine, nel 1999. Mistero attorno ai partecipanti, prestazioni esagerate delle loro auto ed un atteggiamento da setta segreta contribuirono a far diventare il Mid Night Club una leggenda in patria tra gli appassionati di auto e, con la diffusione di internet, la sua notorietà ha oltrepassato i confini nazionali per espandersi in tutto il mondo.Lo stesso primo Fast and Furious deve parte delle sue origini alla storia del Mid Night Club, ci fu anche un videogioco con questo nome e, seriamente, senza questa storia forse non avremmo mai giocato a NFS Underground e non avremmo mai avuto lo Special Stage R5 (e R11) in Gran Turismo. Parte di tutto l’odierno fenomeno J





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