IL DRIFT
Il drifting (letteralmente andare alla deriva) è una disciplina sportiva facente parte dell’automobilismo. Si tratta di una competizione di abilità e non di velocità, che solitamente si effettua con auto derivate da modelli stradali. Le gare si svolgono generalmente in autodromo, ma possono anche svolgersi su strada pubblica chiusa al traffico. I concorrenti non devono dimostrare di essere più veloci degli avversari, bensì più abili nel controllare il veicolo in perdita di aderenza dell'asse posteriore rispettando però determinate regole.
Ciò che determina la prestazione del concorrente è il voto espresso dalla giuria, composta da un gruppo di esperti del settore che dà un giudizio su ogni caratteristica della performance. Le competizioni della disciplina drifting permettono turni di prove libere prima della gara in cui, come nelle gare di velocità, i concorrenti familiarizzano con il circuito. Le gare si svolgono prima con turni singoli, in cui ogni pilota viene giudicato singolarmente. I migliori 16 (o 32 a seconda del numero totale dei partecipanti) passano il turno, mentre gli altri vengono eliminati. Da lì in poi i turni non sono più singoli ma doppi: un concorrente sfida un altro ed il vincitore passa il turno entrando nei migliori 8. Il perdente viene eliminato e così si continua fino alla finale. Nelle sfide si corre in due, dove nel primo turno un'auto sta davanti e l'altra dietro e nel secondo si invertono le posizioni. L'obiettivo non è sorpassare l'avversario, ma stargli il più vicino possibile senza toccarlo.
Il drifting moderno ha origine in Giappone negli ‘70, come tecnica di guida divenuta popolare nel Japanese Touring Car Championship (JTCC), in particolare da parte del pilota di auto e moto Keiichi Tsuchiya, considerato il "padre" del drifting. Sono necessarie macchine a trazione posteriore (ovvero che fanno girare le sole ruote posteriori), permettendo alla vettura un movimento denominato "derapata". La derapata è possibile quando il differenziale posteriore, l'ingranaggio che consente la giusta ripartizione della potenza alle ruote posteriori in curva, viene bloccato in modo che la ripartizione di potenza non avvenga e la ruota interna alla curva incominci a slittare favorendo il sovrasterzo. Per eseguire un drift è necessario innanzitutto provocare una sbandata, o in gergo automobilistico traverso, del posteriore del veicolo. Una volta provocata la perdita di aderenza è comunque necessario controllare l'auto in base al raggio della curva, cercando di percorrere la traiettoria ideale che è simile a quella da velocità, passando inoltre il più vicino possibile a punti esterni o interni alla curva detti clipping point. A volte il clipping point può essere un birillo, a volte un muro.
LE VARIE TECNICHE
La tecnica del freno a mano, molto usata da chi è alle prime armi, consiste nell'azionare la leva del freno a mano in ingresso di curva, in modo da bloccare l'asse posteriore del veicolo, facendo perdere aderenza alle ruote che slitteranno verso l'esterno della curva.
Il blocco del ponte, in inglese shift lock, consiste nell'arrivare in prossimità della curva con una marcia superiore a quella da utilizzare per la percorrenza, preparare durante la frenata la marcia inferiore e, a curva iniziata, rilasciare di scatto la frizione.
Il sovrasterzo di potenza, in inglese power slide (letteralmente scivolamento di potenza) consiste semplicemente nello sfruttare la coppia del motore per far pattinare le gomme e provocare così una perdita di aderenza dell'auto. Questa tecnica è semplice da attuare ma difficile da controllare.
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